Pranamaya kosha

# yoga

Tutt’altra cosa dall’involucro fisico, costituito dal cibo, è l’involucro energetico, la cui essenza è il respiro.
Questo è inserito nell’involucro fisico e ha la stessa forma.
L’uno è riempito dall’altro.
Il primo ha l’aspetto d’uomo e, poiché ha l’aspetto d’uomo, il secondo lo segue ed esso stesso prende l’aspetto d’uomo.
Attraverso questa struttura vitale i sensi svolgono la loro funzione.
Da questo gli uomini e gli animali prendono la vita.
Dal respiro è la vita degli esseri viventi, perciò è chiamato la vita di tutti

– Taittiriya Upanishad, II.2

Le posizioni dovrebbero rendere il corpo agile e rilassato, liberandolo da movimenti nervosi e tensioni muscolari. Tuttavia, anche quando il corpo è completamente rilassato, non si è mai nella quiete totale perché il movimento del respiro rompe il silenzio. Perciò dal momento che il corpo è sotto controllo, l’attenzione si rivolge al respiro. Esso è il legame a mezza strada fra la materialità del corpo e il regno della mente. Al tempo stesso il respiro è qualcosa di più di un semplice ostacolo da superare per raggiungere la mente. La sua corretta utilizzazione è la chiave per impadronirsi della mente e arrivare, oltrepassandola, ad altri livelli di consapevolezza.

Il respiro è la sola funzione fisiologica sia volontaria che involontaria. Possiamo controllarlo coscientemente o possiamo ignorarlo e permettergli di funzionare più o meno automaticamente come avviene per gli altri processi interni. Esso può essere regolato dalla mente o dal corpo. In questo senso, dunque, il respiro è un importante intermediario tra mente e corpo, non controllato esclusivamente da uno dei due, ma soggetto all’influenza di entrambi; in grado, a sua volta, di condizionare ambedue. Il respiro è la chiave dell’interazione tra corpo e mente.

Il ritmo respiratorio è una delle indicazioni obiettive più ovvie dello stato emotivo e mentale personale. Quando è rilassato, il respiro riflette calma emozionale e denota pertanto uno stato in cui è possibile la concentrazione dell’attenzione. Irregolarità della respirazione sono associate generalmente a disturbi dell’emozione o a turbamenti della mente. Quando la mente è assorbita da pensieri o da emozioni fluttuanti non è tranquilla e il respiro lo riflette. Sebbene gli stati mentali ed emotivi siano difficili da controllare, sono comunque legati ad irregolarità respiratorie; ma il respiro può invece essere controllato; imparare a controllare il respiro coscientemente e volontariamente è la chiave per padroneggiare emozioni e stati mentali.

Antica illusteazione di uno yogini in posizione dell'albero con tutti i simboli dei chakra in linea Il respiro non serve solo da legame tra corpo e mente, ma è il più diretto canale tra la persona e l’ambiente circostante. Attraverso il respiro immettiamo ossigeno, legandoci al più vasto sistema ecologico che unisce piante e animali in un superiore sistema di scambio di energie. L’atto di respirare ci rende parte di tale sistema energetico allargato e ci integra in un più grande contesto. Ma quando il respiro non fluisce liberamente, lo scambio con le circostanti fonti di energia si immiserisce.

Prana non si riferisce solo al respiro, la nozione di energia nello yoga è unitaria: essa non considera soltanto le forze impegnate nei processi fisici, ma anche quella denominata “energia mentale”, compresa con le altre, nel termine prana. In questa accezione pra significa “unità primaria” e na “energia”. Prana è l’energia alla base di tutte le attività fisiche e mentali, la fusione di energie mentali e fisiche genera quel livello di esistenza conosciuto nello yoga come “involucro pranico” o “corpo energetico”. L’area in cui si realizza lo stato di energia totale può essere considerata come un livello di pura energia. Il livello di pura energia è appunto il livello pranico. Questa energia si manifesta nelle sfere sia mentale che fisica, sebbene la loro natura sia differente; alla base del livello fisico c’è la materia, mentre alla base del livello mentale, ci sono i pensieri. Tuttavia, il livello di energia o pranico che li mette in rapporto e li connette, consiste di sola energia. Nella teoria Yoga c’è una gerarchia di questi livelli. Essi formano una specie di continuum. Ad ogni livello c’è un grado più alto di coscienza che nel precedente. Al livello più basso c’è il corpo fisico, a quello successivo c’è quello energetico e al livello superiore c’è il piano mentale. A causa delle interazioni fra i tre, la situazione energetica totale può cambiare per effetto di stimoli sia dalla sfera mentale che da quella fisica. Per cui si può assumere una data postura o effettuare un esercizio respiratorio che materialmente aumenta o sposta il centro energetico, alterando in tal modo il quadro dell’energia totale. Si possono, d’altra parte, usare esercizi mentali di concentrazione su un certo punto del corpo, inviando l’energia mentale in quel punto e alterando così l’energia totale.

Le energie impegnati nei movimenti degli arti e nei processi organici più materiali sembrano essere le più “disturbanti” nella pratica dello yoga, ovvero, sono quelle avvertite più facilmente e possono “soffocare” sensazioni dovute al verificarsi di più sottili variazioni energetiche. Per questa ragione, chi desidera studiare il prana e i suoi movimenti all’interno del proprio corpo deve assumere una posizione tranquilla , rilassata e stabile. Quando il corpo e i muscoli sono rilassati, le più “grossolane” manifestazioni energetiche vengono annullate, arriviamo così ad avere coscienza delle più sottili sensazioni interne che normalmente non si riesce a percepire. Queste possono tuttavia essere percepite anche in circostanze insolite, quando cioè, accidentalmente, sono abbastanza accentuate.

In questo modello di energia globale possono essere percepite alterazioni. I percorsi seguiti da queste alterazioni sono stati tracciati da coloro che si sono dedicati allo studio di questo argomento. Questi canali, percorsi da movimenti di energia, sono le “nadi”; la loro configurazione e distribuzione è estremamente complessa. Questi canali energetici descritti dalla tradizione yoga si intersecano e convergono verso alcuni centri che sono situati lungo l’asse del corpo. Questo corrisponde approssimativamente alla spina dorsale e i centri energetici situati lungo questa linea sono chiamati in Sanscrito, Chakra.